Morte del Beato Antonio

La vita di penitenza, le privazioni e i digiuni, le fatiche come priore del convento, l’attività spirituale in favore di quanti si rivolgevano a Lui, logorarono anzi tempo il corpo del nostro Beato. Già si sentiva ammalato quando decise di recarsi a far visita al B. Pietro in Camerata.
La via disagevole e la distanza non gli impedirono di soddisfare quel suo desiderio, e i due prediletti da Dio si trovarono in celestiale compagnia in quel poetico romitaggio.
Quali siano state le accoglienze del B. Pietro, quanto grande l’esultanza di Antonio nel trovarsi con Lui, quali le scambievoli espressioni di devozione e di stima reciproca è più facile imrnaginarle che descriverle.
Nel ritorno a Monticiano il B. Pietro volle accompagnare, per buon tratto dell’aspro sentiero, l’angelico e sofferente confratello, e giunti sul piccolo altipiano al cui margine si trova un alto masso, i due si fermarono a contemplare il magnifico panorama della valle di Merse e a benedire, insieme, il paese di Monticiano che di lassù appare adagiato sulla collina che digradando lo congiunge al Convento.
Quel masso è chiamato il “Masso della Croce” perchè, a ricordare quell’avvenimento, vi fu posta, e sempre rinnovata nei secoli, una croce. Vogliamo aggiungere che dalla fraterna cameratesca accoglienza, fatta dal B. Pietro al B. Antonio, sarebbe derivato il nome di “Camerata”; ma alcuni scrittori sostengono che quel nome esisteva già.
Tornato al convento, il B. Antonio, già ammalato, si aggravò e alla mezzanotte del 23 aprile 1311, rassegnato nel Divino Volere, e circondato dai confratelli, rese serenamente la bellanima a Dio.
Fattosi appena giorno, il suo corpo fu trasportato nella chiesa ed esposto tra quattro ceri. Intanto le campane dettero l’annuncio della morte e tutto il popolo accorse commosso ad inginocchiarsi dinanzi alla salma e ad acclamarlo santo.
Narrano i cronisti che, nell’istante della morte del Beato, la notte sembrò trasformarsi repentinamente in chiaro giorno, e due coniugi, certi Maggiolo, ebbero insieme la visione del passaggio dell’anima eletta del Beato alla gloria celeste, accompagnata dagli angelici
cori.
Questi due fatti figurano in due affreschi di Fra Andrea Aggravi nel coro della chiesa. Sopra il primo, a destra, si legge: 
– “Lo spirito del Beato Antonio fu veduto salire al Cielo da alcuni devoti dopo la morte” e sopra il secondo, a sinistra:
– “il fuoco non consumò un’oncia di quattro ceri per due giorni accesi intorno al corpo del Beato Antonio”.
Nonostante questi prodigi, in obbedienza alla sua umiltà e al desiderio costante di nascondere al mondo i pregi della sua santità, il corpo del Beato fu sepolto, due giorni dopo la morte, nel cimitero del Convento, lungo il lato meridionale della Chiesa.
Ma da quell’umile sepoltura tanta gloria doveva sorgere…